Il Santuario Mariano di Casapesenna ospiterà domenica, 04 Dicembre 2011 , la Giornata provinciale del Ringraziamento. Il rito, a conclusione dell’annata agraria, sarà autorevolmente presieduto dall’assistente ecclesiastico nazionale Coldiretti, padre Renato Gaglianone, dall’assistente ecclesiastico provinciale, don Saverio Russo, e dal responsabile del Santuario, don Francesco Leone.
La manifestazione avrà inizio alle 10,00 col raduno dei coltivatori e delle macchine agricole nel piazzale del Tempio. Alle 11,00 la concelebrazione eucaristica, alla quale parteciperanno anche autorità provinciali e locali, accolte all’ingresso del tempio dal presidente della Federazione provinciale Tommaso De Simone e dal direttore Gianni Lisi.
Dopo la lettura del Vangelo, Padre Renato Gaglianone terrà l’omelia, alla quale farà seguito la tradizionale e significativa offerta al Signore dei prodotti agricoli, che dirigenti e soci Coldiretti di tutte le zone della provincia consegneranno nelle mani del celebrante. Nel corso della messa, poi, sarà recitata la preghiera di ringraziamento, che dice: <O Signore, noi ti ringraziamo per i frutti che ogni anno la terra produce a beneficio dell’umanità. Tu che rendi fecondo il seme e lo moltiplichi con generosa larghezza, fa che in eguale misura maturi in noi tutti il germe della giustizia e il frutto della pace>.
Al termine del rito, il presidente De Simone rivolgerà, alle autorità e a tutti i presenti il saluto e il ringraziamento della Coldiretti provinciale. Quindi, don Renato Gaglianone, con i concelebranti, si recherà nel piazzale del Santuario a benedire le macchine agricole, i Cavalieri dell’associazione “I Mazzonari” e le sementi.
Infine, alle 12,30, sotto l’abile guida del Vice Direttore Fabozzi Felice, coordinatore delle festa del ringraziamento fin dal ‘90 con la visita di Giovanni Paolo II alla centrale ortofrutticola di Aversa. L’Associazione Agrimercato di Coldiretti Caserta, con la collaborazione dell’Azienda Speciale della Camera di Commercio “Agrisviluppo”, offrirà una degustazione dei prodotti agroalimentari di Terra di Lavoro, caratteristici per bontà e salubrità, nonché detentori di carattere distintivo e tipico. Questi prodotti che testimoniano l’amore per la terra da parte dei nostri imprenditori, nonostante, siano in atto campagne denigratorie da parte di certa stampa e di alcune Associazioni non meglio identificate, sono,comunque, gli ambasciatori in Italia e nel mondo del Made in Caserta, il frutto cioè, della laboriosità e dell’impegno di tutti gli operatori della filiera agricola.
Inoltre, durante la manifestazione ci sarà un momento di folclore da parte dei Cavalieri della associazione “I Mazzonari”, che si esibiranno in una performance equestre nonché una piccola mostra di macchine agricole d’epoca con pezzi di gran valore museale.
La manifestazione rappresenta un momento di celebrazione ed un atto di fede del mondo agricolo, a conclusione di un’annata difficile. Proprio per questo vuole essere anche un momento di riflessione dal quale ripartire con rinnovato vigore per affrontare le complesse problematiche del nostro mondo e del nostro tempo, sulle quali Coldiretti ha intenzione di continuare a profondere il suo massimo impegno: quello proficuo, teso ad affrontare ed a risolvere con responsabilità i problemi.
SCHEDA “I MAZZONARI”
Anticamente con “ i Mazzoni” si indicava una vasta estensione di terra in gran parte argillosa, arida e dura durante l'estate e fangosa e acquitrinosa durante l'inverno piovoso; era percorsa dal fiume Volturno nel suo tratto finale prima di sfociare nel Mar Tirreno, ed era costituita dai territori dei comuni di Santa Maria la Fossa, Grazzanise, Brezza, Cancello ed Arnone, Castel Volturno, Lago Patria e Villa Literno.
Questa vasta pianura nel Medioevo fu chiamata il Mazzone delle Rose, per l'abbondanza di cespugli di rose, che vi crescevano spontaneamente e dai cui fiori si faceva del profumo; era abitata dai così detti Mazzonari, uomini di forme atletiche, molto panciuti, per l'abituale gonfiezza del fegato,effetto delle terzane recidive.
Tutto il loro avere consisteva negli arnesi o armi di caccia e di pesca, in un buon cavallo e in un sandalo a forma di barchetta piatta. La loro attività preferita era la caccia e la cattura di bufali, cavalli, maiali, che pascolavano per le paludi. Vestivano sia d'inverno che d'estate tutti di lana con camicia bianca, gilet nero, stivaloni di cuoio e mantello scuro tanto grande da coprire uomo e il loro cavallo dal freddo dell’inverno.
Al di là delle distorsioni con cui oggi si usa tale espressione , occorre ricordare e sottolineare che con il termine “Mazzonaro” si indicava , in passato, un grande cavaliere che con il cane al seguito gestiva il suo pascolo per intere giornate. Talvolta, poi, per ovviare alle lunghe ed estenuanti giornate passate sul cavallo, qualcuno inventò , per avere una giornata meno pesante, la cosiddetta “monta mazzonara”, una monta poco faticosa, in grado di alleggerire il lavoro , svolto per molte ore ed anche di notte.
L’associazione di volontariato “ I mazzonari” ha ripreso questa tradizione equestre che stava andando perduta e, oltre a fare informazione e spettacolo equestre si prodiga per la crescita civile soprattutto promozione di attività culturali di spettacolo, d’animazione, d’informazione e di crescita civile, nella natura e nello sport in tutte le sue molteplici espressionipromozione di attività culturali di spettacolo, d’animazione, d’informazione e di crescita civile, nella natura e nello sport in tutte le sue molteplici espressioni invogliando invogliando i ragazzi a recuperare queste radici che sono parte integrante della storia e della cultura casertana e a tramutare questa tradizione centenaria in una vera pratica sportiva.