Resoconto audizione camera dei deputati, commissione agricoltura su castagno
Il castagno assume una rilevanza economica e sociale notevole in molte aree collinari e montane del nostro Paese, dove svolge un ruolo fondamentale, oltre che con la produzione dei frutti, tutelata anche da numerose denominazioni di origine, del legname, nel presidio del territorio e nella salvaguardia dell’assetto ambientale e idrogeologico, oltre a rappresentare la memoria fisica di un tempo in cui non ci si poteva permettere il pane. La bellezza dei boschi, con castagni spesso centenari, rende fruibili tali luoghi anche per scopi turistici e di svago, determinando un ulteriore indotto economico. L’habitat del bosco di castagno risulta fondamentale per la selvaggina, per la produzione del caratteristico miele e per la raccolta dei funghi. Purtroppo, questo immenso patrimonio nazionale, già messo a rischio dall’abbandono delle zone di collina e montagna, da alcune patologie e dalla concorrenza internazionale, rischia di essere compromesso dalla diffusione dell’ennesima avversità di importazione, un insetto, il “Cinipide galligeno del castagno” (Dryocosmus kuriphilus), che attacca le piante, riducendo drasticamente, quantitativamente e qualitativamente, la produzione dei frutti e ne pregiudica la stessa sopravvivenza. Si deve dare atto al Ministero delle Politiche Agricole di aver costituito un tavolo di lavoro che sta portando a termine un importante lavoro di predisposizione del piano di settore del castagno triennale che dovrà essere però adeguatamente finanziato.
In occasione della Audizione alla Camera alla Commissione Agricoltura, tenutasi il 13 ottobre u.s., Coldiretti ha evidenziato quali sono le principali esigenze per la tutela di questo settore:
-Un piano di lotta al cinipide del castagno, coordinato a livello nazionale. Al fine di rendere più efficace tale azione, occorre sostenere concretamente la lotta biologica, in particolare ricorrendo a lanci di insetti che si sono dimostrati utili antagonisti, non essendo pensabile ed efficace la lotta fitosanitaria in un ambiente particolare come quello del bosco, oltretutto spesso inserito in zone a parco o protette. Il punto critico della lotta è sicuramente rappresentato dai costi del Torymus sinensis, il parassitoide nemico naturale del cinipide, pertanto vi è la necessità dello stanziamento di cospicue risorse per l’allevamento ed il lancio di questo insetto utile;
-Predisporre strumenti legislativi, sempre a livello nazionale, adeguati a risarcire i gravi danni subiti dai produttori a causa di questo parassita, non solo per l’applicazione delle misure di lotta obbligatoria, ma anche per la conseguente perdita di prodotto per alcuni anni.
-La ripresa dell’azione a livello comunitario per l’inserimento del castagno tra le superfici a frutta in guscio (nocciolo, noce, mandorlo, pistacchio e carrubo), oggetto attualmente di un finanziamento specifico;
-Il rafforzamento delle misure fitosanitarie nazionali, per evitare il verificarsi, ormai troppo frequente, di introduzione nel nostro Paese di insetti e malattie pericolose per le nostre produzioni (dal cinipide del castagno, al punteruolo rosso delle palme, alla diabrotica del mais o alla tristezza degli agrumi…..)
L’Italia è il terzo produttore mondiale di castagne, dopo Cina e Corea, il primo esportatore in termini di valore, il secondo è la Cina, il secondo esportatore in termini di quantità, dopo la Cina.
In quantità esportiamo 17,6 milioni di chilogrammi di castagne e ne importiamo 5,4 milioni di chilogrammi.
In Italia sono a castagno il 7,5% delle superfici boscate, ovvero 780.000 ha, di cui 55908 ha da frutto, condotte da 34160 imprese.
Nel nostro paese sono prodotti dai 50 ai 70 milioni di chilogrammi di castagne, a seconda delle annate, il 46% in Campania, il 18% in Calabria. Il 16% nel Lazio, il 7,7% in Toscana ed il 5% in Piemonte.