7 Giugno 2012
Concesso l’uso d’emergenza del Propanil per il riso

Coldiretti, dopo un lungo lavoro condotto con le Amministrazioni competenti ha ottenuto l’uso di emergenza del Propanil per il riso. Il decreto è stato firmato e, quindi, la casa produttrice, la United Phosphorus Limited ha già avviato le procedure per garantire la disponibilità del fitofarmaco nei punti vendita, la prossima settimana. Il prodotto, però, non potrà essere usato nelle risaie che ricadono nelle zone SIC e ZPS di Rete natura 2000 (il divieto interessa circa il 10% - 15% delle risaie italiane) e dopo i trattamenti i risicoltori dovranno effettuare un monitoraggio dello stato ambientale dell’area interessata.
Si tratta di un erbicida selettivo di post emergenza che viene impiegato da solo o in miscela con altre molecole (ad es. solfoniluree, MCPA o Triclopyr), contro piante infestanti tra le più dannose per la coltivazione del riso, mentre in miscela con altri erbicidi permette il controllo delle popolazioni d’infestanti (Ciperacee ed Alismatacee) resistenti ai principi attivi con meccanismo di azione di inibizione dell’enzima ALS (aceto-lattato-sintetasi) che, oggi, compone la quasi totalità degli erbicidi rimasti impiegabili in risaia.
Molti studi scientifici evidenziano come tale sostanza sia indispensabile per il controllo delle infestanti, ma tale principio attivo non essendo  attualmente inserito nell’allegato I della dir. 91/414/CEE poteva essere impiegato solo ricorrendo alla procedura che consente a fronte di malattie delle piante per le quali non sussistono sostanze alternative efficaci, di ricorrere alla domanda di uso in deroga rispetto alla normale procedura di autorizzazione all’immissione in commercio dei fitofarmaci.
La trattativa per ottenere il provvedimento è stata lunga e laboriosa perché il Ministero dell’ambiente, nonostante il parere positivo del Ministero della salute del MIPAAF  aveva forti perplessità in quanto lo scorso anno la sostanza non ha superato positivamente il processo di valutazione della domanda di reinserimento del Propanil nell’elenco delle sostanze attive commercializzabili poiché le prove sperimentali non avevano escluso con certezza rischi per gli uccelli e per i mammiferi, nonché per gli organismi acquatici e per gli artropodi non bersaglio.
Tuttavia, in considerazione delle gravi problematiche fitosanitarie che affliggono la coltura del riso e visto che Portogallo e Spagna hanno già autorizzato l’uso in emergenza del Propanil per quest’anno, dopo lunga negoziazione il Ministero dell’Ambiente ha deciso di concedere l’autorizzazione alle condizioni sopra indicate.
Il prossimo anno tali problemi non dovrebbero esserci più, in quanto la casa produttrice del Propanil,  ha avviato la procedura  per la richiesta di reimmissione in commercio della sostanza attiva, ai sensi del reg. CE 1107/2009, investendo notevoli risorse finanziarie per garantire un formulato che non presenti effetti negativi importanti sulla salute umana e sull’ambiente con specifico riferimento agli organismi acquatici.
L'Italia è il primo produttore europeo di riso, con 247.500 nel 2010 ed una produzione che ha superato 1.644mila ettari (dati Ente risi 2010). La produzione nazionale ha fatto registrare un tasso di crescita di oltre il 50% dal 1980 ad oggi. Ciò determina 438 milioni di Euro di saldo positivo della bilancia commerciale e una produzione lorda vendibile per ettaro (PLV/ha) di poco inferiore ai 2.500 Euro, sì che il riso è la coltura più redditizia per superficie investita. Si registra, inoltre, un aumento del numero di risicoltori (da 4.501 nel 2008 a 4.747 nel 2010) ed una superficie media aziendale di ben 51,3 ettari (2009/10) a fronte dei 7,6 ettari della media nazionale (2007).
Coldiretti esprime, pertanto, soddisfazione per il decreto anche se condizionato dai vincoli imposti, in questo caso specifico, dal Ministero dell’ambiente, in quanto la non concessione del provvedimento avrebbe creato una situazione di grave svantaggio competitivo dell’Italia rispetto a Portogallo e Spagna dove la sostanza attiva può essere, invece, impiegata grazie all’uso d’emergenza. La riduzione di produzione del riso che ne sarebbe derivata, paradossalmente, avrebbe comportato danni proprio sotto il profilo ambientale, in quanto l’abbandono della risicoltura si traduce nella perdita di habitat importanti che devono essere mantenuti a salvaguardia della biodiversità.

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