Mozzarella blu, rosa e a pois fanno del 2010 l’anno nero dell’oro bianco casertano, il prodotto che più rappresenta Terra di Lavoro in Italia e in tutto il mondo. Le frodi alimentari si colorano di fantasia mettendo sempre più a repentaglio la sicurezza e la qualità del cibo italiano. Non solo i casi delle mozzarelle colorate ma anche i sequestri di latte qualificato come 100% italiano, e in realtà prodotto da miscela di latte ungherese. Carni, allevamenti e prodotti lattiero caseari e Made in Italy sono i settori più nel mirino dei contraffattori del cibo. Il falso Made in Italy è un mercato allettante soprattutto per i prodotti esportati: nel 2009 alle frontiere sono state sequestrate dall’Agenzia delle Dogane 25mila barattoli di pomodori “San Marzano” falsamente etichettati e oltre 24mila chili di formaggio a pasta filata dichiarata Mozzarella e proveniente da una azienda tedesca e destinata alla Libia. Molti prodotti sofisticati provengono proprio dall’estero. Sono Cina e Turchia i paesi dai quali provengono gran parte delle irregolarità. Notizie di frodi che fanno passare l’appetito se non fossero che rappresentano il risultato di oltre 700mila controlli da parte delle Forza dell’Ordine sono nel 2009. Il business dell’agroalimentare è sempre piu’ appetibile per la criminalità organizzata e l’industria della contraffazione, a causa del valore crescente in termini economici del Made in Italy. E’ proprio con il progetto per costruire una “filiera agricola tutta italiana” che la Coldiretti vuole smascherare il finto Made in Italy e combattere le inefficienze e le speculazioni per assicurare acquisti convenienti alle famiglie e sostenere il reddito degli agricoltori che, ad oggi per ogni euro speso dai cittadini in alimenti ricevono appena 17 centesimi. Tutti i processi devono avvenire in Italia, dalla produzione agricola rigorosamente Made in Italy alla trasformazione effettuata nel nostro Paese, a vantaggio non solo degli agricoltori, ma di tutta l’economia e dei territori; sarà una filiera agricola in quanto gestita per una parte sempre più importante direttamente dagli agricoltori; sarà una filiera firmata nel senso che renda visibile e riconoscibile ‘l’italianità’ nei confronti del consumatore finale, basandosi sulla trasparenza della filiera, sull’indicazione dell’origine in etichetta e sul legame del prodotto con il territorio di riferimento». La “firma” contraddistinguerà il prodotto agricolo in ogni canale di vendita, sia esso il farmers’ market o lo scaffale del supermercato o ancora l’export.
21 Settembre 2010
FRODI ALIMENTARI, L’ANNO NERO DELL’ORO BIANCO