In alcuni casi i pomodori italiani sono stati pagati dalle industrie ai coltivatori delle regioni del centro sud, a prezzi inferiori rispetto a quelli riconosciuti ai cinesi. Lo denuncia il vicepresidente di Coldiretti, Mauro Tonello che ha preso parte, insieme al vicepresidente di Unci-Coldiretti, Marco Crotti, all'audizione alla Commissione Agricoltura della Camera sulle criticità della campagna del pomodoro da industria. Nelle campagne del centro-sud si sono verificati per la produzione del pomodoro ritardi o mancati invii dei mezzi di trasporto da parte di molti industriali che hanno causato una eccessiva permanenza del prodotto sulle piante, con fenomeni di sovramaturazione che hanno poi determinato problemi a livello di qualita' del prodotto, con aumento degli scarti, taglio dei prezzi, rifiuto di scaricare il prodotto.
A fronte di questa situazione alcuni industriali del sud hanno minacciato di non ritirare il prodotto, se non a fronte di prezzi piu' bassi del contrattato, facendo leva sul fatto che il regime parzialmente accoppiato comporta l'obbligo, per il produttore, di consegnare una resa minima, per poter ottenere la parte accoppiata del premio.
Si tratta di un'assurda situazione di un mercato a due velocita', dove gli industriali e le cooperative corrette, che pagano i prezzi pattuiti, devono sopportare la concorrenza sleale, non solo di chi trasforma il prodotto cinese in Made in Italy, ma anche di chi pretende di produrre in Italia, a prezzi cinesi, per poi andare sullo scaffale con i prezzi italiani.
22 Settembre 2010
MADE IN ITALY: COLDIRETTI, POMODORO NAZIONALE PAGATO MENO CHE CINESI