E’ stata l’occasione per ribadire che il futuro della suinicoltura italiana passa attraverso un deciso consolidamento della connotazione distintiva delle nostre produzioni.
Nel corso dell’incontro sono stati esaminate le principali criticità del settore riconducibili a consumi finali di carne del suino nero casertano e suoi derivati in calo, in contrapposizione ad un’offerta agricola crescente e comunque sostenuta; prezzi delle carni suine all’origine in calo; effetti a breve e medio termine degli aumenti delle materie prime (alimentazione) sui costi di produzione; difficoltà crescente a recuperare quote di valore aggiunto nel mercato finale, soprattutto nel quadro dei rapporti con la GDO e degli effetti depressivi dell’import di carni destinate ai prodotti a denominazione protetta o a marchio controllato; criticità legata agli aspetti ambientali (in particolare Direttiva Nitrati e IPPC) e sanitari (in particolare epidemia vescicolare); diffusione sempre maggiore di falso suino nero nelle catene di distribuzione; assenza di una politica condivisa dagli allevatori, dai trasformatori, dai distributori; situazione che ha determinato in passato la mancata approvazione da parte del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali (Mipaaf) dei due schemi di Disciplinare DOP. Forti di queste considerazioni gli attori della filiera e in particolare gli allevatori del suino nero casertano, organizzati da Coldiretti, ed i trasformatori, con l’assistenza l’Associazione Regionale Allevatori della Campania, hanno espresso, in più occasioni d’incontro, la volontà di attivare e di adottare strumenti finalizzati alla valorizzazione della filiera.
Nell’assemblea è quindi stata ribadita la volontà di procede alla costituzione del Consorzio di valorizzazione della carne e dei trasformati di questa razza appartenente ad una antica popolazione autoctona finalizzato a sostenere l’identificazione e il perseguimento di un soggetto unico in ambito nazionale per la promozione e per la tutela del suino nero casertano e suoi derivati, con una gestione - chiara e univoca - di regolamenti e di disciplinari di produzione, di allevamento, di filiera, sfocianti nel riconoscimento di un marchio atto a valorizzare queste produzioni di pregio qualitativamente di gran lunga superiori rispetto a quelle standard presenti attualmente sul mercato; avviare un progetto di valorizzazione commerciale; promuovere azioni ai diversi livelli istituzionali, , finalizzate all’introduzione dell’etichettatura obbligatoria dell’origine; costruire e sostenere esperienze finalizzate a valorizzare l’origine e il legame della materia prima con il bioterritorio di produzione dei suini; istituire il sistema volontario di controlli del costituendo consorzio di filiera prevedendo sinergie e strategie comuni con gli enti di certificazione; sostenere l’adeguamento strutturale degli allevamenti alle norme, la riorganizzazione produttiva della rete dei macelli, il rafforzamento della capacità di stoccaggio per ottimizzare la frollatura delle carni, la promozione di azioni di marketing, in Italia e all’estero.
16 Settembre 2010
SUINO NERO CASERTANO:Il Made in Italy si difende dalle mistificazioni e speculazioni